Sebastiano Sofia

Estratto dalla fanzine

Tiziana Casapietra: Paolo come si sta sviluppando il progetto
“Appuntamento con l’Artista”?
Paolo Palmieri: Questo progetto nasce dal desiderio di aggiungere bellezza alla nostra vita, per il piacere di vedere la nostra casa frequentata e animata da persone che lascino qui un segno, non solo con la creazione di opere d’arte ma anche con la loro presenza. Abbiamo voluto creare un progetto che unisse le nostre passioni alla quotidianità della nostra vita e che ci coinvolgesse: il piacere dell’arte insieme a quello dell’ospitalità intesa come interesse e apertura verso l’altro, sia esso l’artista che tutte le persone desiderose di avvicinarsi al mondo dell’arte e di conoscerci, magari anche trascorrendo una vacanza ospitati nelle stesse stanze dove hanno risieduto gli artisti e negli ambienti in cui sono esposte le loro opere. Attraverso questo progetto ci piacerebbe dare vita a un “luogo” dove sia possibile vivere un’esperienza in cui persone con gli stessi interessi possano incontrarsi, ma anche in grado di incuriosire chi all’arte non si è mai interessato. Detto questo, l’”Appuntamento con l’artista” è un progetto al contempo stimolante e impegnativo. Stimolante perché essere coinvolti e testimoni del processo creativo di un artista è molto avvincente e mi ritrovo a vivere un’esperienza nuova che cambia l’angolatura da cui osservare l’opera d’arte: dall’esterno all’interno. Dall’opera finita alla nascita dell’opera e alle sue evoluzioni e trasformazioni. Impegnativo perché comporta un’organizzazione a trecentosessanta gradi, mi riferisco ad esempio alla pianificazione e all’organizzazione, dalla scelta dell’artista alla comunicazione, solo per citare alcune fasi che richiede il progetto. E poi ci sono sempre delle incognite legate a quella che potrà essere – o peggio, non potrà essere – la risposta effettiva del pubblico locale spesso restio a farsi coinvolgere in nuove esperienze.

TC: Come hai conosciuto Sebastiano Sofia, l’artista di questa residenza?
PP: Nel 2013 avevo ospitato Luca Trevisani ad Artesina per realizzare alcune scene di un film d’artista, “Glaucocamaleo”, che aveva come tema principale il ghiaccio. Sebastiano Sofia lo accompagnava come assistente. Da quel momento siamo rimasti in contatto e Sebastiano mi ha sempre tenuto informato sulle iniziative artistiche a cui partecipava.

TC: Cosa ti ha incuriosito del suo lavoro?
PP: I suoi lavori hanno un forte impatto visivo, mi piace il modo in cui usa i colori primari con contrasti cromatici netti, mentre delle sculture mi piace il modo di interpretare le forme e la combinazione del colore associato alla materia. Mi aveva colpito la scultura “Abandoned dog”, in particolare la sua posizione: seduto ma nell’atto di alzarsi e con il muso protratto in avanti come se stesse emettendo un latrato di disperazione.

TC: Cosa ti ha portato a proporgli la residenza a Celle?
PP: È stata una scelta dettata per lo più dall’istinto e dalle reazioni emotive che mi suscitavano i suoi lavori. Lo seguivo da un po’ di tempo. Mi hanno attirato in particolare le ultime opere esposte alla galleria Menhir di Milano e ho pensato che mi sarebbe piaciuto scoprire cosa avrebbe realizzato durante una residenza a Celle Ligure. Il resto è stato veloce e semplice: dopo un paio di mail e pochi giorni, Sebastiano, che conosceva il mio progetto, da Scordia – un paese in Sicilia – atterrava a Genova.