Giulio Alvigini

Estratto dell’intervista

PREMESSA


Domenica 25 settembre 2022 messaggio WhatsApp – Paolo Palmieri scrive ad Elena Bordignon
Ciao Elena, la prossima settimana avvieremo una nuova residenza a Celle Ligure con la mostra finale ad inizio di dicembre (2022). L’artista è Giulio Alvigini.

Mi piacerebbe coinvolgerti nel progetto visto che sia io che Maria Antonietta apprezziamo molto il tuo stile e le tue scelte professionali. Come per le precedenti residenze, il programma prevede la realizzazione di un libro catalogo con le conversazioni e con le foto dei lavori realizzate da Marcello Campora. Fammi sapere se vuoi essere coinvolta nel progetto e curare la parte dell’intervista. Avverrebbe in gran parte online con possibili incontri in presenza.

Speriamo molto di averti con noi. Grazie.
Paolo e Maria Antonietta

Lunedì 26 settembre 2022 risposta di Elena Bordignon

Grazie Paolo e Maria Antonietta, per la vostra proposta. Ho sempre avuto dei forti dubbi sulla ricerca di Alvigini e non vi nascondo che, sin dalla sua comparsa online, non l’ho mai ritenuto un artista. Non discuto, perché non lo conosco, il suo essere preparato, così come non mi permetto di metterne in discussione la sua bravura. Ripeto, riconosco un artista da ciò che fa, e non mi sembra che lui abbia mai prodotto quella che considero un’opera d’arte. Al di là dell’essere un fenomeno sulle piattaforme online, non so quanto sia interessante un artista che ha come come unico obbiettivo quello di diventare famoso. Forse c’è dell’altro dietro alla sua ricerca. Sempre che si possa chiamare tale? Quello che emerge dal suo profilo è che vuole unicamente attirare l’attenzione citando curatori, artisti, direttori di museo. Insomma, come meccanismo mi sembra non solo facile, ma anche banale.


Cattelan ha fatto già la sua parte di storia, ci ha fatto ridere a sufficienza. Ecco, Alvigini, non mi fa neanche ridere. Lo trovo uno scherzo senza tanto talento o meglio, di talenti come il suo, online, se ne trovano a bizzeffe. Gli riconosco la capacità di aver portato un po’ di ironia nel piccolo sistema dell’arte italiano. Ma può bastare?

Un saluto Elena


Martedì 27 settembre 2022 risposta di Paolo Palmieri

Ciao Elena,
grazie per la tua risposta.
Personalmente ritengo Giulio Alvigini figlio del nostro tempo, si esprime utilizzando al meglio gli strumenti che sono accessibili a tutti: internet e i social.
È un artista? Un furbetto dell’arte? O è semplicemente un bravo comunicatore capace di catalizzare l’attenzione sui media?
Se quello che realizza sia arte non lo so, ma, senza fare paragoni con altri artisti, quante volte ci siamo chiesti se quello che avevamo davanti agli occhi potesse essere considerato arte?
Per il progetto di Residenze d’Artista mi lascio guidare dal mio intuito e dall’effetto e dall’impatto che le opere e gli artisti hanno su di me, come del resto ho sempre fatto da collezionista. Così, com’è successo per gli artisti precedenti, dopo averlo contattato, ci siamo incontrati e gli ho pro- posto la residenza, che lui ha accettato.
Come mia consuetudine non mi avvalgo mai di pareri o consigli rispetto alla scelta dell’artista perché non amo essere influenzato; corro il rischio di sbagliare, e potrebbe essere che con Alvigini mi stia sbagliando. O forse no. È una scommessa: punto su un cavallo che mi incuriosisce e che crea interesse.
E in ogni modo, è un personaggio che dal vivo si apprezza di più di come appare nei suoi “meme”: molto educato, quasi formale, ti osserva con uno sguardo intenso. La dialettica è forbita, colta; un po’ filosofo e, contrariamente ad altri artisti che ho conosciuto, ha idee molto chiare e un obiettivo preciso: diventare un artista di successo.
Il suo lavoro è frutto di un pensiero e di un’idea che si concretizza in immagini, collage, foto e performance; inoltre non realizza dei lavori che qualcuno deve poi interpretare per dirgli cosa significhino, sempre contrariamente ad altri artisti che ho conosciuto.
Quello che fa mi ricorda un po’ l’artista Gianni Motti che con i suoi interventi effimeri gioca utilizzando i meccanismi mediatici con azioni ironiche e assurde in bilico tra il paradosso e la critica sociale.
Vedo nel suo modo provocatorio di fare – o di interpretare – l’arte quel detonatore che potrebbe smuovere e scuotere da un certo torpore. Ma fondamentalmente, per quel che mi riguarda, trovo che l’arte debba anche divertire, e lui mi diverte, nonostante la sua serietà.

Grazie per la tua attenzione.
Paolo e Maria Antonietta